Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA): cosa sono?

A scuola, sui social e su internet si sente molto parlare di disturbi specifici di apprendimento (DSA). Ma cosa sono? Di che cosa si tratta esattamente? In questo articolo cercherò di spiegarlo in modo semplice e chiaro.

Molti bambini nei primi anni di scuola primaria possono incontrare difficoltà ad imparare a leggere e scrivere in maniera corretta e fluida e ad apprendere le basi dell’aritmetica e dell’utilizzo dei numeri in generale.

Le ricerche svolte in questi ultimi anni hanno evidenziato come per alcuni bambini queste difficoltà abbiano una base biologica, ovvero esse dipendono da alcune differenze nell’organizzazione neurobiologica del cervello. In questo caso queste difficoltà prendono il nome di “disturbi specifici di apprendimento” (DSA) e vengono etichettate come dislessia (la difficoltà ad automatizzare i processi di lettura), disgrafia (la difficoltà ad organizzare la scrittura in modo ordinato e coerente), disortografia (la difficoltà di applicare le regole ortografiche durante la scrittura) e discalculia (la difficoltà di comprendere i numeri e di gestire i processi di calcolo). Le statistiche più recenti indicano che l’incidenza dei DSA riguarda circa il 3-4% della popolazione. 

Come ben descritto da Lorusso (2016), è importante sottolineare che benché la letteratura specialistica definisca i DSA come disturbi, “essi non hanno la caratteristica di una malattia o di una patologia in senso stretto“. Le differenze con gli altri bambini non sono rilevabili a livello fisico e neurologico. Studi recenti suggeriscono che i DSA dovrebbero essere considerati come “caratteristiche” individuali come ad esempio avere o meno orecchio musicale o un buono o cattivo senso dell’orientamento. I DSA prendono tuttavia la forma di un disturbo in relazione all’elevato impatto che essi hanno nella vita degli studenti. Questo perché lettura, scrittura e calcolo occupano una grossa parte delle attività quotidiane ognuno di noi e soprattutto dei giovani studenti. 

Per ulteriori approfondimenti riguardo la definizione e le caratteristiche dei DSA consiglio di visitare il sito AIRIPA o il sito dell’associazione italiana dislessia (AID).

Ora che abbiamo inquadrato cosa sono i disturbi specifici di apprendimento, vediamo quali sono i requisiti di base necessari per poter individuare la presenza di un DSA in un bambino o in una persona in generale: 1. La presenza di un’intelligenza nella norma 2. L’essere cresciuto in un ambiente che abbia fornito sufficiente supporto sociale ed educativo 3. La consistente discrepanza nelle abilità di lettura, scrittura e calcolo rispetto ai coetanei.

Lo studente con dislessia ad esempio è quindi un bambino che non si differenzia consistentemente dai coetanei per alcuna caratteristica in particolare, se non l’abilità di lettura.

Tuttavia, la caratteristica fondamentale dei bambini con dislessia e degli altri DSA è che le loro prestazioni non migliorano semplicemente con l’esercizio o in maniera spontanea con il tempo come può accadere con altri bambini. Infatti, le ricerche indicano che le differenze tra gli studenti con DSA e gli altri tendono ad allargarsi con il passare del tempo.

Ad esempio, la figura 1 mostra l’evoluzione temporale in termini di velocità di lettura (calcolata in sillabe al secondo) tra i normolettori ed i studenti dislessici. Come si può notare, le due linee tendono con il tempo a distanziarsi, indicando che la differenza in termini di velocità di lettura tende ad ampliarsi con il tempo. 

 

Figura 1 – Evoluzione velocità di lettura in normolettori e dislessici

Un aspetto fondamentale quindi da considerare nel momento in cui si è in presenza di un DSA riguarda le modalità di intervento. Cosa fare quindi se ci si trova in presenza di un bambino con DSA? Vedi questo articolo.

 

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